“Ma un bravo poliziotto che sa fare il suo mestiere…”
Post del 21 novembre scorso, rimasto non pubblicato per ignoti motivi.
I lavori in casa avanzano, siamo sempre senza cucina ma abbiamo iniziato a colorare il pavimento (niente soldi per rifarlo, quindi, una bella pennellata e le piastrelle vivono una seconda vita), l’elettricista ha praticamente finito, e l’amico “placchista” non verrà più. Ma non è di questo che voglio parlare nel post, quanto di una vicenda che mi ha lasciato alquanto interloquito ieri, sabato 20 novembre per intenderci (compleanno dei 60 di mio padre: aguri papà!).
Ho portato mia moglie al lavoro ed ho tenuto io l’auto, per andare come sempre alla ricerca di mobili e strumenti per i lavori. Presa la tangenziale, mi trovo dietro ad un’auto più lenta di me e, come al solito, delle auto che non rispettano il limite di velocità stanno arrivando sulla corsia di sinistra. Da diversi anni ho smesso di guidare come un diciottenne, non essendolo più, e rispetto particolarmente i limiti di velocità. Avendo scelto per me questo comportamento, accetto mio malgrado che altri non lo facciano. Però NON SOPPORTO e NON ACCETTO che questo tipo di comportamento mi “penalizzi” ovvero mi impedisca di fare le mie manovre e di andare all’andatura che scelgo per me. Sappiatelo, nel caso mi troviate sulla corsia di sinistra e siate a 150: non è il caso di farmi i fanali, al limite mi fareste solo rallentare.
Ma riveniamo a sabato, più o meno all’una e mezza. Vedo arrivare le auto, valuto di poter fare la manovra in sicurezza, purtroppo ’sti tipi dovranno rallentare e mettersi ad andare alla velocità di tutti gli altri. Effettuo il mio sorpasso, torno al mio posto, e la prima delle due auto di sinistra sfila. Intanto io ho davanti una seconda auto lenta (viaggio in quel momento a 110, limite autorizzato in quel tratto) e ripeto dunque la mia manovra infilandomi tra la prima auto di sinistra già passata e la seconda. Ora, l’autista della seconda auto, una Polo nuova generazione grigia metallizzata, non gradisce, accelera ancora più, lo vedo sfilare sulla mia destra ed io decido di lasciarlo fare: se vuole fare il tamarro ed infrangere con una seconda infrazione il codice, fatti suoi. Arrivato alla mia altezza però il tipo decellera, e inizio a pensare che non sia solo un tamarro, ma un tamarro attacca-brighe.
Guardo nella sua direzione e lo vedo gesticolare in modo molto concitato; mi limito ad indicargli il mio tachimetro, per fargli capire che ha poco da rompere, io sono nei limiti. Poi continuo a guidare, guardando avanti…. e lì sento una sirena della polizia. Guardo dietro di me, non vedo lampeggianti. Guardo sulla mia destra e cosa vedo: il tipo accigliato (diciamo pure incazzato), mi fa gesti come a dire che è lui che ha messo la sirena; mi fa gesti come ad intimarmi di prendere la prossima uscita. Pur tallonandomi, mi fa posto in modo che possa spostarmi sulla destra. I casi sono due: o è un trafficante di droga che si è procurato la sirena della polizia per i suoi traffici, ed appena ci fermeremo mi spara con il suo fucile a canne mozze, o è un vero poliziotto, ed allora la situazione è più complicata.
Esito ancora un po’ sulla decisione da prendere, ma mi dico che posso affrontare la situazione (O_o). Esco, esce anche la Polo. Subito dopo c’è un semaforo. Al semaforo la vettura mi affianca, il tipo mi mostra l’insegna “police” da esporre in macchina (neanche il suo tesserino) e parte a gridare. Il problema secondo lui è il non rispetto delle distanze di sicurezza (non il non rispetto dei limiti di velocità), la mia pericolosità alla guida (non la sua) e mi informa, in modo molto incazzato, che “farà coriandoli della mia patente” (ah, tra l’altro, sapete che in francese coriandoli si dice “confettis”; e confetti si dice “dragés”… ma questa è un altra storia).
Il tipo, che era visibilmente non in servizio, in quanto su macchina probabilmente privata, accompagnato da quella che potrebbe essere la sua ragazza, finisce con una frase spettacolare, che subito mi sorprende ma che più ci ripenso più mi fa incazzare: “E poi secondo me lei non è nel suo stato normale”. Il tipo lancia il sospetto, appena prima che diventi verde e di ripartire, che io possa essere sotto l’effetto dell’alcool o di droghe.
Ora, assicurandovi che non avevo bevuto quel giorno, quelli tra di voi che mi conoscono sanno bene cosa penso delle droghe, tanto da sembrare agli occhi di qualcuno un “bacchettone” (no, ho solo avuto buoni consigli e letto buoni libri informativi). La giornata era di sole, quindi le mie pupille non erano particolarmente dilatate. Allora come può lanciare questo sospetto? forse perché ascoltando le sue rabbiose osservazioni non tremavo come una foglia, quindi dovevo per forza essermi fatto di sostanze rilassanti? o forse l’astuto investigatore lo capiva dalla capigliatura, capelli forse appiattiti dallo sporco dei lavori? o forse i miei vestiti non gli piacevano? non male come lavoro investigativo, dovrebbero farlo tenente. O forse preparava la strada alla sua prossima mossa, per caricare un dossier e polverizzare la mia patente (il povero, immagino la sua faccia e la sua incazzatura quando, guardando la mia targa sui loro computer, si accorgerà che non avuto una multa una in vita mia, ed ho tutti i punti tutti sulla patente… dovrà farlo in cemento il dossier per non pagare i coriandoli il prossimo carnevale ed utilizzare la mia patente di guida). O forse ancora vuol far capire di abbassare lo sguardo, che ci siamo capiti. O vuole lasciarmi un ricordo sul quale cagarellarmi qualche giorno già sapendo che non farà niente di quanto detto (vi assicuro, vadi di corpo come d’abitudine). Oppure ancora, rendendosi conto di aver fatto il passo più lungo della gamba, mette le mani avanti aumentando le minacce in modo che io lascia stare l’accaduto…
Ricapitolando:
- un poliziotto non in servizio può viaggiare come cacchio gli pare
- alla velocità con cui Arturo Brachetti cambia di abito, trasformarsi in tutore della legge ed intervenire quando constata delle infrazioni
- decide della pericolosità altrui, senza tema di smentita
- diventa vieppiù pericoloso lui stesso per significare la supposta infrazione
- si segnala come poliziotto solo come e quando decide lui (io il tesserino aspetto ancora di vederlo)
- sbraita in evidente stato di collera (ha fatto smammare in malo modo il mendicante del semaforo)
- non solo segnala le, a suo dire, infrazioni al codice, ma orpella con gratuite minacce del tipo “io ti spiezzo in due” (eh vabbhé, questo lo metto sul conto dell’emozione, non gliene voglio)
- insinua reati ben più gravi in modo gratuito e senza possibilità di confermare o infirmare la veridicità del fatto
Io ora aspetto di vedere. Intanto il post è qui, l’internet ne è testimone, Google depositario del rendiconto dell’accaduto. E poi c’è una lettera scritta in francese, che racconta queste stesse cose e chiede spiegazioni a Prefetto, responsabile della Polizia e sindacati, pronta a partire nel caso da avvertimento di ufficiale di polizia verso un privato cittadino, che posso ancora accettare malgrado i modi discutibili in cui le cose si sono svolte, a pura vendetta personale se non addirittura qualcosa di penalmente più rilevante (abuso di potere?). Aspettiamo e vediamo. Intanto vado a dormire, che il sonno non lo perso e domani si ricomincia una faticosa settimana. Ve la auguro buona