Sguardo “altro” sul mondo

Gli interessi del conflitto

Febbraio 5th, 2011 Diego DID

Il Belgio è famoso in tutto il mondo non solo per essere terra di surrealisti celebri, ma anche di celebre surrealismo. Sono d’attualità siti come lo sciopero del rasoio lanciato dall’attore Poelvoorde, il campeggio virtuale per essere rimborsati delle tasse da parte di uno Governo inesistente ed altri che mettono in derisione e polemica l’incresciosa situazione del Belgio dilaniato ma sotto endorfina che non riesce a darsi una direzione politica. Personalmente però penso che l’Italia sia già uno dei massimi esponenti del genere.

Luca Barbareschi (CC BY-NC-SA Luca Sartoni, modificata da me)

Luca Barbareschi (CC BY-NC-SA Luca Sartoni, modificata da me)

Cosa dire della fiction dell’attore Luca Barbareschi, prodotta dal produttore Luca Barbareschi? Questo, naturalmente, scritto dallo sceneggiatore Luca Barbareschi, ha ben poco a che vedere con l’onorevole Luca Barbareschi che solo 6 anni dopo farà il suo ingresso in Parlamento. Certo, l’impegno civile che imbibe l’uomo Barbareschi che sgorga dalla penna del soggettista Barbareschi doveva un giorno o l’altro atterrare nei vestiti del deputato Barbareschi… eppure la cosa mi vede circospetto. E poi, la re-diffusione di questi giorni, proprio mentre il politico Barbareschi sta cambiando casacche, non aiuta alla lettura del personaggio Barbareschi, almeno a dargli una lettura positiva…

La vergogna tracima

Gennaio 22nd, 2011 Diego DID

Domanda estemporanea agli 0 lettori del blog: ma possibile che Napolitano non possa togliere il mandato a Berlusconi??

Qualcosa vorrà dire

Agosto 26th, 2008 Diego DID

In questo momento lo danno e lo ridanno. Non ve ne ho parlato la volta scorsa perché l’ho scoperto troppo tardi, ma il fatto che ripassi tra qualche giorno mi sembra l’occasione giusta per farci un post.

Un documentario scomodo

Un documentario scomodo

In Italia se n’era parlato un po’ al momento dell’uscita, ma poi è stato volentieri dimenticato. Sto parlando del documentario Citizen Berlusconi, produzione finno-franco-italo- germano-americano-norvegese (niente meno), diretto da Andrea Cairola e Susan Gray. In Italia, stranamente, non è mai andato in onda, ma negli altri Stati la gente può rinfrescarsi regolarmente la memoria. In Francia è stato programmato la settimana scorsa, e sarà di nuovo in onda domenica prossima, alle 21. Ma attenzione, non su un canale “rosso”, di sinistra, o controllato dalla magistratura metastasiata (fosse Arte a farlo vedere non sarebbe degno di nota, per dire): va in onda su LCP, il canale pubblico ufficiale del Parlamento francese. Questo la dice lunga su cosa ne pensi di lui il mondo politico francese, ed in particolare la destra dell’amico Sarkozy.

Il documentario è frutto di un serio lavoro di indagine giornalistica. Tanto vale dire fin da subito che non è fatto per edulcorare alcuni dati oggettivi o per difendere il povero, all’epoca ed oggi, Primo Ministro; ma non vi è nessun attacco gratuito. Quando lo guardo provo a mettermi nei panni di un cittadino straniero: agghiacciante.

Se avete canali satellitari o altro e parlate francese, vi nivito a guardare il documentario, purtroppo sempre d’attualità. La trovate in chiaro su Astra ed Eutelsat (Atlantic Bird 3) in tutta Europa, su Canalsat in Francia e su TV Vlaaderen in Belgio. Potete poi sempre guardare il documentario nella sua messa in onda da parte del canale statunitense PBS, in inglese sottotitolato in italiano, grazie a GoogleVideo. Da vedere e far vedere.

Olimpiadi di Pechino, dubbio amletico

Agosto 8th, 2008 Diego DID

Ore 8, 8 minuti, di venerdì 8 agosto (8) 2008. Qui a casa mia, in Europa. Tra esattamente 6 ore saranno le 8 e 8 di sera a Beijing, anche detta Pechino, quando si accenderanno i riflettori sui Giochi Olimpici cinesi. Ogni quattro anni il rito è lo stesso: ci si appassiona a sport che neanche si sapeva esistessero, si diventa degli esperti delle discipline più improbabili, ci si emoziona con gli eroi nazionali che riescono a far risuonare l’inno della madre patria salendo sul più alto scalino del podio. Tutti i quattro anni?

È stato deciso, nel 2001, che la XXIX edizione dei giochi sarebbe stata ospitata dalla capitale cinese. La cosa aveva stupito più di una persona. In particolare ci si meravigliava che un Paese che a lungo si era autarchicamente allontanato dalla comunità internazionale, dalla ricca ma poco conosciuta cultura, dalle discutibili scelte politiche potesse essere incaricato di organizzare un avvenimento planetario che si basa sulla comprensione tra le nazioni attraverso la competizione sportiva. Diceva di questa kermesse il barone Pierre de Coubertin, loro promotore: “Ogni quattro anni i G.O. restaurati devono dare alla gioventù del mondo l’opportunità di un incontro felice e fraterno, che a poco a poco dissiperà l’ignoranza in cui vivono i popoli rispetto agli altri, un ignoranza che produce odio, mescola equivoci e conduce ad eventi fino al barbaro sentiero che porta a spietati conflitti”.

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