Sguardo “altro” sul mondo

The Constant Gardener

Questo film un po’ criticato del 2005 parla delle cospirazioni delle case farmaceutiche che fanno ricerche sulla pelle degli africani. Morti, nemici nascosti, giochi di interessi, potenze occulte sono tutti nel menù, come ci si aspetta da un buon film sull’Africa (?!).

Interpretato dal bravo Ralph Fiennes, che io stimo abbastanza (ahh, Strange Days….), il film è stato giustamente al centro di recensioni negative. È abbastanza qualunquista, macchinoso, gira in tondo per poi arrivare a poca cosa. Amen. Però questa sera mi ci sono imbattuto per sbaglio su Raidue, ed ho potuto guardarlo con un occhio più attento alla parte tecnica che non alla trama, che tanto conoscevo già e non poteva deludermi più di quello che aveva fatto la prima volta. Innanzitutto mi sono fermato a guardarlo in attesa di risentire la colonna sonora, abbastanza etnica e quindi innovativa. Mi ero procurato alcuni brani della soundtrack di Alberto Iglesias in seguito alla prima visione, ed aspettavo con trepidazione alcune musiche particolarmente accattivanti, come la “atmosferica” Kohtbiro di Ayub Ougada. Con la sua sola voce ed accompagnato da uno strumento a otto corde tipico del Kenya, il niatiti, riesce a trasportare chiunque sulle rive di un lago africano sorvolato al tramonto da uccelli esotici. Per risvegliarsi ci vuole poi la sua Dicholo, ma io preferisco comunque il primo brano.

Mi sono poi trovato a guardare con interesse la tecnica di regia, dalle inquadrature al montaggio, passando dai colori e dalla sgranatura delle immagini. Niente stona, tutto è coerente dall’inizio alla fine del film. Pur non volendo rinnegare la sua natura di produzione a discreto budget (25 milioni di USD), mescola il documentario ed il filmino amatoriale di viaggio, con dei paesaggi veramente affascinanti (non tutti, ma alcuni). Chi è stato in Africa la riconosce, è proprio lei, con la polvere e tutto il resto. L’estetismo a volte compromette un po’ il tutto (la scena dell’assalto al villaggio nel nord del Kenya è veramente poco convincente), fortunatamente i dialoghi riescono a riportare un briciolo di credibilità ed umanità alle situazioni.

In conclusione, non è il film della mia vita (presto ve ne presenterò alcuni), ma vale la pena vederlo almeno una volta; dipinge l’Africa tutto sommato in modo più realistico dei diamanti di Leonardo di Caprio in “Blood Diamond”. Non per niente ha portato a casa l’Oscar per la miglior attrice non protagonista con Rachel Weisz.

Pero’….. alla fine del film mi sono reso conto che non è possibile fare un’opera cinematografica sull’Africa senza parlare di certi punti quali le carestie, gli aiuti internazionali, le guerre, il traffico d’armi, le case farmaceutiche, i diamanti o le multinazionali in generale. Possibile che non si possa vedere altri aspetti dell’Africa? In realtà avevo visto anni fa un film, prodotto proprio laggiù, comico, che guardava ad altro. Per forza, l’uomo occidentale guarda al continente africano solo in contrapposizione ad esso, dal suo punto di vista. Ora però non me ne viene in mente il titolo. Pazienza, lo terrò per un altro post…..

Intanto se voi avete dei titoli di film ambientati in Africa che tocchino altre tematiche, infilateli nei commenti, così noialtri cercheremo di procurarceli e potremo discuterne.

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