Sguardo “altro” sul mondo

Le piccole cellule grigie

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Il 15 settembre scorso era il 120° anniversario della nascita di Agatha Christie. Google l’ha ricordato con un doodle molto colorato a tema.

Il doodle di Google per celebrare Agatha Christie. Chi ha ucciso lady "O"?

Il doodle di Google per celebrare Agatha Christie. Chi ha ucciso lady "O"?

La cosa mi dà lo spunto per dire che, nonostante non abbia mai letto i libri gialli della Christie, mi sto ultimamente interessando alle diverse trasposizioni televisive e cinematografiche delle opere della scrittrice inglese. Spesso non sono niente male. Ad essere interessanti non sono tanto le storie, che comincio a conoscere, ma le ricostruzioni storiche e visuali di tali ambientazioni. In Francia la televisione pubblica ha realizzato una serie di episodi ambientati oltralpe, e non in Inghilterra, con un commissario francese ed un aiutante un po’ inetto, che guardo con piacere (Les petits meurtres d’Agatha Christie). Ho visto al cinema Le Grand Alibi (”Alibi e sospetti” in italiano), con una caterva di grandi attori francesi (Valeria Bruni Tedeschi, Pierre Arditi, Lambert Wilson, Miou Miou…).

Ma sono soprattuto i telefilm inglesi di Hercule Poirot che trovo interessanti. Mia moglie mi prende in giro, perché li considera un po’ come Derrick. Il ritmo non è certamente la parte predominante di questo prodotto televisivo, ma è altro che lo rende interessante. Parlo della ricostruzione scenica e dell’affettazione dei personaggi, che restituiscono in modo molto convincente la vita degli anni Venti e Trenta della società londinese, con qualche scappata in campagna e nelle belle stazioni balneari che nascevano proprio all’epoca. Il personaggio di Poirot, fastidioso al punto giusto, è ben interpretato da David Suchet, capace di donargli vita con le sue mossette, smorfie, cenni appena abbozzati e fobie giusto giusto velate.

Se amate l’Art Déco, immergetevi nell’amibente di Hercule Poirot (non nell’Omicidio dell’Orient Express, ma in quello della serie britannica)

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