Sguardo “altro” sul mondo

Ed ora: the Election Day

Novembre 4th, 2008 Diego DID
On the left corner of the ring...

On the left corner of the ring...

Ci siamo, tra poco inizia il ballo. La grande notte delle elezioni americane sta per cominciare. Purtroppo, contrariamente ai miei piani, ho dovuto mettere via pop-corn, litri di caffè e coca stelle e strisce: domani maxi giornata di interpretariato, quindi imperativo essere il più in forma possibile. Guarderò un po’ ’sta sera la televisione e poi presto domani mattina mi rifarò un poco tv e internet.

... And on the right corner....

... And on the right corner....

Intanto ho rispolverato il file che avevo messo via quattro anni fa, con statistiche, previsioni e risultati del 2000. Non mi ricordavo di tutto questo lavorone!! Ho pure trovato delle formule excel che oggi non so neanche come avevo fatto ad inserire… Sto ancora studiando i dati, che non riesco quasi a decriptare, ma intanto ho ritrovato qualche curiosità annotata all’epoca.

Per esempio, sapete che la Florida era storicamente considerata democratica? sorprendente, vero? E’ solo dall’elezione di Bush (quale? padre? figlio? fratello?) che la Florida è passata nel campo repubblicano. Poi c’è il grande Stato del Texas, la Lonely Star del sud, il “Bush State”. Se è vero che i candidati presidenti vincono spesso (sempre?) nel loro Stato di provenienza/rappresentanza (John Kerry vinse in Massachussets, Clinton vinceva in Arkansas, Bush vinse le due volte a casa sua), allora i giochi dovrebbero essere fatti in Illinois ed in Arizona: il primo ad Obama, il secondo a McCain; con la sola differenza che l’uno dà diritto a 21 “Grandi Elettori” e l’altro 10.

Il Maine attribuisce i suoi Grandi Elettori in modo diverso dagli altri. Normalmente “winner takes all”: chi ha il 50% più uno nello Stato prende tutti gli elettori. In Maine invece 2 dei 4 GE sono aggiudicati con questo sistema, gli altri 2 con il sistema proporzionale. In Nebraska anche il sistema è diverso. Ed a proposito di Grandi Elettori: lo Stato che ne ha di più è la California, 55 (in teoria democratica ma capace di eleggere un repubblicano, Schwarzenegger, come Governatore); quelli che ne hanno di meno, 3 ciascuno, sono Wyoming, Vermount, South e North Dakota, Montana, il District of Columbia e….. l’Alaska! Quindi, facendo i conti: la Palin e McCain 13, Biden (Delaware) e Obama… 24. Alé, possiamo andare a dormire.

Vale ancora la pena citare due casi curiosi ed interessanti. Il Missouri ci azzecca sempre: chi vince in Missouri è effettivamente eletto Presidente alla fine dei conti. Una specie di cartina tornasole. I repubblicani invece diventano Presidenti quando riescono ad aggiudicarsi uno degli “swing States” più importanti: l’Ohio. Ed è proprio qui uno dei punti chiave dove si è giocata la partita della rielezione di Bush, per meno di 136 mila voti.

Benvenuti su da schnoi

Novembre 2nd, 2008 Diego DID

Ragassi, è appena uscito un bel film che parla delle zone in cui vivo. Ne ho visto qualche pezzo, e mi sembra che la traduzione non l’abbia distrutto troppo. Certo, molti dei luoghi comuni di cui si parla nella pellicola non possono essere capiti dal pubblico italiano, e si sono dovute fare delle scelte per quanto riguarda i giochi di parole (conseguenza dell’accento particolare della regione), ma resta una commedia guardabile e simpatica.

In Francia “Giù al Nord” ha segnato un’epoca. Il film più visto nelle sale era dal ‘66 una produzione franco-britannica dal titolo “La Grande Vadrouille” (”Tre uomini in fuga” nella versione italiana). Non si sa come, nel ‘66 questo film aveva totalizzato 17 milioni di spettatori. Per trent’anni è rimasto “primo in classifica”. Poi arrivò il Titanic, e lo fece colare al secondo posto; ma comunque primo tra le produzioni francesi. E poi è arrivato “Bienvenue chez les Ch’tis”, film di e con Dany Boon e con Kad Merad. Questi due attori erano, fino all’uscita del film, due tra moltissimi comici del panorama francese. Con il film sono diventati due eroi, ed ora non oso immaginare i loro cachet.

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Una settimana prima di conoscere i prossimi quattro anni

Ottobre 28th, 2008 Diego DID

Tra una settimana si trarranno i dadi in America. Dopo 8 catastrofici anni, in cui il più inetto tra tutti i papabili ha governato il Paese più potente del mondo, potrebbe essere il momento della svolta. Gli Stati Uniti, con il loro assurdo sistema elettorale (ce ne sono di peggiori, intendiamoci…), faranno sapere al resto del mondo chi i loro 300 milioni di concittadini hanno scelto come loro presidente per i prossimi 4 anni. La svolta potrebbe essere un ritorno dei Democratici alla Casa Bianca. L’evento ancora più grande è, come tutti sappiamo, che per la prima volta potrebbe essere un afroamericano a sedersi nello studio ovale. Qualche comico nei suoi sketch ne rideva di questa cosa, ancora qualche hanno fa: “Hey, man, non farti illusioni: se l’hanno chiamata Casa BIANCA ci sarà un motivo, no? Smettila di sognare e di vendere sogni ad altri”. Ed invece l’impensabile ha oggi una possibilità di realizzarsi (a seconda dei sondaggi, tra il 44 ed il 54 percento di possibilità).

Non facciamoci noi illusioni. Non pensiamo che ci sia il campo del Bene ed il campo del Male. È bene che ci siano i simboli, ma i simboli non sono tutto. Democratico o Repubblicano che sia, il prossimo Presidente degli Stati Uniti d’America sarà comunque uno statunitense. Il giorno in cui i famigerati “interessi vitali” americani fossero minacciati, non c’è gene della pelle o carta di partito che terrà. La differenza potrebbe essere nella “misura” della reazione; niente più deleteri discorsi pseudo-religiosi o teorie della “violenza preventiva”, forse. Niente lapsus sulla superiorità o sul conflitto di civiltà, maybe. Finito con l’autismo e l’unilateralità ad oltranza, peut-être. Ma non c’è dubbio che l’Iraq costituirà una spina dolente nella coscienza occidentale, che Israele godrà di uno statuto unico per la sua politica estera, che le riserve strategiche di petrolio continueranno ad essere una delle preoccupazioni principali della prossima amministrazione, che la Cina resterà il sorvegliato speciale sul piano internazionale.

Diciamo che, al pari di quello che succede in altre “democrazie”, il primo passo da fare è liberarsi dell’improponibile, del cattivo gusto, dell’insipienza democratica…. insomma, avete capito. Diciamo che se avete una bottiglia di malvasia da parte (lambrusco, prosecco o surrogati vanno bene comunque), nel caso il candidato più giovane vincesse, si potrebbe stapparla e berne qualche sorso. Io personalmente mi sto preparando il pop-corn, le chips e qualche bevanda alla caffeina per seguire in diretta i risultati dell’elezione. Potrete contattarmi via mail la notte tra il 4 ed il 5, dovrei essere al computer :)

Gli americani all'estero hanno votato per anticipazione

Gli americani all'estero hanno votato per anticipazione

PS La foto è quella della busta di voto per corrispondenza di una mia amica. La busta è partita l’altro giorno verso New York, la circoscrizione a cui corrisponde. Ed il voto è naturalmente in accordo con la maggioranza del tradizionale Blue State.

Chi non muore… riscrive

Ottobre 27th, 2008 Diego DID

Lo sapevo che sarebbe andata cosi!

Uno dei principali motivi per cui ho a lungo esitato ad aprire un blog era proprio questo: la paura che ave”vo di non potermene occupare regolarmente. Non tanto per la mia cronica tendenza ad appassionarmi a migliaia di cose diverse in modo “ciclico”, con punte che permettono ad un argomento di monopolizzarmi per diversi giorni o settimane, che poi cedono il posto ad un’altra passione; questo per ora non si verifica ancora con il blog. Ma più che altro per il fatto che in questo periodo gli impegni fioccano abbondanti, e non riesco a seguire tutto.
Eppure, nonostante siate ancora pochi a conoscere queste pagine e la scarsità degli aggiornamenti, avete permesso le belle performance di visita che trovate nell’immagine: la parte evidenziata in rosa sono le settimane senza aggiornamenti.

fino a 13 visite in una settimana! per un blog non pubblicizzato e non aggiornato da un mese e mezzo non è male...
fino a 13 visite in una settimana! per un blog non pubblicizzato e non aggiornato da un mese e mezzo non è male…

Ora, a più di un mese di assenza dalla console di direzione, riesco a scrivere qualcosina. E dire che, di questi tempi, di fatti di cui parlare non ci sarebbe penuria: la crisi economica mondiale, quella italiana, esternazioni e manifestazioni politiche, uscite di film, novità nella mia vita… Pasiensa, ditevi che se non scrivo è perché sono molto occupato (da qui a dire che tanto occupato = tanto lavoro, tanto lavoro = tanto guadagno il passo è un po’ ottimistico, ma una correlazione ci dovrà pur essere un giorno).

Stay tuned

Pochi ori

Settembre 13th, 2008 Diego DID

L’Italia non va così bene, solo 23esima nel medagliere olimpico, con 3 medaglie d’oro, 4 in argento e altrettante in bronzo. È vero che mancano ancora 3 o 4 gironi, però non potremo certo rimontare al livello degli spagnoli, per prenderci il 9° posto, con le loro 46 medaglie, di cui 12 (cioè una in più delle odierne totali italiane) d’oro.

Di cosa sto parlando? delle olimpiadi? ma non avevo detto che le boicottavo? e poi sono finite da un paio di settimane! Ah, stai parlando delle Paralimpiadi; ma vuoi essere così in disaccordo da essere “out” anche rispetto a te stesso, non parlando delle Olimpiadi e parlando delle Para solo perché nessuno ne parla? Non è proprio così, ma quasi. Ora vi spiego.

Qualche giorno fa, per motivi di “lavoro” dovevo/volevo trovare il medagliere delle Paralimpiadi. In modo molto naif mi sono connesso sul sito di Repubblica, sul quale seguivo saltuariamente l’evoluzione del palmares italiano. Ma è stato impossibile trovare una classifica delle performance sportive degli atleti “diversamente dotati”. Sono andato quindi sulla grande G per trovare ’sto benedetto medagliere. Niente, solo articoli, e spesso datati. Ho gettato quindi la spugna. Ci ho riprovate questa sera, ed ho capito che era inutile cercare pagine italiane a questo proposito. Rinsavendo ho avuto il colpo di genio: perché non guardare il sito ufficiale dei Giochi di Pechino? mica scemo, nhé ;-) ? E non cercate sul vocabolario inglese la traduzione di medagliere, non esiste; cercate piuttosto direttamente “medals”, più facile di così.

Ovviamente non vi linko il sito, perché boicotto ;-), ma le riflessioni che mi nascono spontanee sono le seguenti:

  1. possibile che una nazione forte sullo sport olimpico come l’Italia, capace di arrivare 9a nei Giochi, davanti a Francia e Spagna, capitoli così in basso nei rispetti dei diversamente abili?
  2. possibile che ci si finga tutti interessati all’uncinetto doppio o al “badminton senza” una settimana, e che non ce ne fotta niente tre settimane dopo perché il tipo è un monco o un cecato?

Meditate gente, mediatiamo…..

Per la cronaca, ad oggi:

rielaborazione grafica del medagliere paralimpico ufficiale alla data del post

rielaborazione grafica del medagliere paralimpico ufficiale alla data del post

Let me introduce you: Mr de Angelini

Settembre 12th, 2008 Diego DID

Permettetemi di salutare un artista di Trieste che è passato qui in città lo scorso weekend. È un pittore d’arte moderna, che utilizza una tecnica mista e molto materica; la base delle sue opere è la terra, che mischia a collanti e spalma sulla tela. Spesso questa tela è lei stessa lavorata, strappata, sovrapposta e ricomposta. Altre volte funi, spaghi, silhouette di visi o pezzi di rame completano i suoi quadri.

un'opera del Maestro :-)
un’opera del Maestro :-)

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Ho già 7 amici!!

Settembre 9th, 2008 Diego DID

Grande vero? ho 7 amici, non so se qualcuno di voi può trovare di più forte. Facebook è veramente una potenza della natura; no forse della natura no, ma della tecnologia sì. Come? 7 amici su Facebook non è niente d’eccezionale, anzi al contrario c’è da vergognarsi? Quelli che ce l’hanno grosso ne hanno più di 500? Ah, ma forse mi son dimenticato di precisare che io non sono iscritto a Facebook…

vediamo se vi riconoscete - voyons qui se recconnait... - do you recognise yourself?
vediamo se vi riconoscete - voyons qui se recconnait… - do you recognise yourself?

Tra le cose da cui mi vanto di essere “fuori”, e forse una di quelle che proclamo più ad alta voce, è proprio Facciadalibro. A parte la storia della sua genesi, che non essendo io parte di quel circolo non vedo perché dovrei volerne fare parte, ci sono ben più gravi problemi. Gente esiste solo in base a quanti amici (citando un mio amico alquanto vezzoso verrebbe da dire “non sono amicizie, sono solo conoscenze”, ed ancora andrebbe stretto nel caso di Librofacciale) ha su questo sito comunitario, chiara distorsione della realtà. Poi tutti te lo decantano, quasi che se tu resti fuori rischi di perdere gli amici, di non vederli mai più. Altri inventano falsi profili, magari sostituendosi a persone famose, perché così sì che si sentono importanti!

Il più grave però come potete vedere da questo breve articolo, resta il trattamento dei dati personali. Il Librosulmuso mi conosce già, mentre io ancora non gli ho detto niente, ha in memoria la mia mail e chissà quanti altri dati che io ignoro. Ed è in grado di ricordarmi ogni volta chi mi ha già precedentemente invitiato, indispettito probabilmente dal fatto che io non l’abbia ancora sfogliato…. Alla faccia di qualsiasi legge sulla privacy.

L’influenza degli italiani all’estero

Settembre 2nd, 2008 Diego DID

Qualche giorno fa mi trovavo per motivi di lavoro a visitare pagine web riguardanti l’Australia. In quell’occasione mi sono imbattuto sul blog di Christian Antonini. Ne ho visitato alcuni post, ed uno in particolare mi ha spinto a partecipare con un commento. Trovando l’argomento interessante, ho pensato di trasformarlo in un post per il mio, di blog. Un bravo invece a Christian per l’idea di “Unire tramite la Rete tutti gli italiani d’Australia” con il suo diario online.

Christian si domanda a cosa serva esattamente il diritto di voto degli italiani all’estero istitutito due legislature fa, dopo anni di lotta da parte del deputato ex-missino Pierantoniomirco Tremaglia (notare l’italianizzazione dell’ultimo nome proprio, in classico stile ventennio). In particolare Christian emette dei dubbi a proposito dell’utilità di offrire tale strumento a degli italiani, emigrati magari nel dopoguerra, che magari italiani si sento solo in quanto contrapposizione alla nazionalità di coloro che gli vivono attorno, o a causa di angherie subite in un epoca in cui l’immigrato era trattato con pregiudizio (epoca ben lontana per gli italiani/spaghetti/maccheroni, ma ancora tristemente d’attualità in certi Paesi nei confronti di altre mazionalità….. ah, tra l’altro in Italia O_o….), ma che non hanno mai sentito particolare interesse per le vicissitudini politiche dello Stivale.

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I Conti del Mondo (mdr)

Agosto 29th, 2008 Diego DID

Sapete cos’è uno sbadiglio in technicolor? No? allora ve lo spiego io.

Se si facesse un concorso per sapere, a livello della popolazione mondiale, qual è la popolazione più buzzura, chi pensate che vincerebbe? Alcuni italiani non sono niente male, ma se prendiamo l’insieme della popolazione ed il modo in cui siamo visti dal resto del pianeta, rischiamo pure di fare bella figura ed essere collocati verso i più raffinati!! (la moda, il cibo, gli occhiali da sole, Michelangelo, Dante, il Rinascimento…). Penso piuttosto agli inglesi delle periferie, agli irlandesi che anche quando sono in città sono parecchio bradi, per quel che riguarda la classe. Che i cinesi scraciano lo sappiamo bene, da quando gli è stato formalmente vietato di farlo in piazza Tian’anmen per non scioccare i turisti venuti per le Olimpiadi, però per il resto sono molto ligi ai canoni, non ruttano o si mettono le mani nelle mutande, per esempio.

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Una minaccia sull’informazione

Agosto 27th, 2008 Diego DID

Grave. Gravissimo. L’informazione è minacciata. Una scure censoria si sta per abbattere sulla libertà giornalistica. Le libertà fondamentali stanno per essere infrante. Si stanno mettendo a repentaglio i Diritti Inalienabili dell’Uomo. Dopo anni in cui si è agitata questa minaccia fuori luogo, ora siamo veramente davanti ad uno scandalo sull’indipendenza dell’informazione.

CC Marco Giuliani Nebuloni (modificata)

CC Marco Giuliani Nebuloni (modificata)

Di cosa sto parlando? Ma di questo atto liberticida contro tutti gli sportivi che siamo. “Oggi, siamo tutti calciatori” verrebbe da dire. Causa mancati accordi (pecuniari), la radiocronaca e la visione e (re-)revisione delle immagini delle partite della prima giornata del Campionato di calcio saranno rese impossibili. La censura si abbatte pesantemente sul diritto alla conoscenza di ogni tifoso-cittadino. Meno male che i giornalisti vegliano e si indignano, difendendo questo sacrosanto diritto di tutti noi che è quello di sapere, di vedere, senza censure di nomi, cognomi, legami tra gli attori dei fatti più scottanti dell’attualità. Calcistica. Per il resto vedremo più tardi.